Mi piace programmare i computer, ma non è l’unica cosa che mi piace fare. Ed in momenti bui come oggi, quando il mio programma non funziona, cambio attività. E a volte mi metto a scrivere…
Titolo: Punti di vista Non è poi così facile, trovate le parole, farle in rima, placide, e a ritmo sei su nove. Non contare, non ti serve: non son sei e non son nove, sono sillabe con verve, ma stan senza il pio bove. Non mi chiamo Giosuè, posso scriver come viene: quindi scrivo del bidè e di quello che contiene. Mi trovavo tanto assorto, poco avanti al gabinetto, lì, seduto, un po' storto, a ricever d'acqua il getto. Qui non voglio disquisire dell'effetto che quel flusso possa avere sul bollire del mio umile spatusso. M'interessa più parlare della schiuma e il suo colore: nel bidè potea mostrare tinta scura e non pudore. «Forse viene dal sapone», ma era bianco oppure blu. Io vedevo del marrone verso il tubo scender giù! «Che mi sia dimenticato, allorché sul gabinetto mi trovavo rannicchiato, di pulire il mio culetto?» Quel marrone era sinistro: non pareva buon presagio. Diedi a un dito il ministro d'ispezione con più agio. Fu allora che mi accorsi, annusato il mio dito, che non era dal lavarsi, ma dal filtro arrugginito! Or mi chiedo e chiedo a te, se ancora stai leggendo, tu sai dirmi il perché non mi stiano uccidendo? Scrivo prosa e poesia, ma è uno spreco di risorse, di pazienza e fantasia e non porta a nulla, forse. Dello stesso avviso fu, all'inizio del liceo, la mia prof che ancor più volle dirmi: «fanne a meno». Io so usar la fantasia, quel che hai letto non è vero, ma lei disse che la mia non serviva a nulla, mero. Il liceo era per grandi, non bambini fantasiosi: commentare sul Morandi per i voti da virtuosi. E così io presi in odio temi a casa ed in classe, pur se mio era il podio l'anno prima dell'impasse. Poi, da grande, ho insegnato, perché l'indole era quella, ma io mai avrei osato voler spegnere una stella.
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