Vista sul paradiso

La luce ti richiama,
la vedi in fondo al tunnel
e sai che lei ti ama
a volte, in quel motel.

Decidi di partire,
ché questa è la tua ora.
“È semplice morire
e’l mondo non peggiora”.

Dall’alto vedi tutto
si fan gli affari loro.
Il chirurgo tiene un rutto
per semplice decoro.

“Alcun mi ha mai amato?”
Osservi i tuoi parenti.
Già san che sei andato,
ma pianti non ne senti.

“O forse la mia mamma
mi aspetta in paradiso”.
Guardi ancora il cardiogramma
tanto piatto che ti ha ucciso.

Un dubbio ti attanaglia
e non sei molto felice:
«Don Mauro qui si sbaglia
in tutto quel che dice!»

«Osanna alto in cielo
e pace in terra a loro…»
«…ma d’angeli in un velo
qui manca pure il coro!»

«Che sia il purgatorio?
Non son stato perfetto.»
Uno strillo perentorio
ti toglie ogni sospetto.

Tua madre sta a gridare
con urla fastidiose:
«Come hai fatto a combinare
cotante brutte cose?»

Il purgatorio no,
si trova troppo in alto.
«Più in basso finirò
per colpa dell’appalto».

Il crimine non paga
e l’onestà neppure,
ma disse un dì una maga
«Vivrai senza paure».

La vita dissoluta
fu la tua interpretazione
e tua moglie, compiaciuta,
non troncò la relazione.

«Ah mia cara, tu almeno
porterai il mio ricordo»
ma sospetti, nondimeno,
d’esser stato troppo ingordo.

«Forse è meglio se controllo
cosa fa la mia metà»
e così allunghi il collo
per guardar dall’aldilà.

Tua moglie pensa a tutto,
non riposa e non è stanca:
non veste ancora a lutto,
ma è già passata in banca!


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